REAL TURRO AURORA 1-9
AURORA ARCOBALENO 1-4
Chiudiamo il 2011 con una
vittoria e una sconfitta, una posizione da centro classifica e la convinzione
di essere sulla buona strada.
L'Aurora di quest'anno sta a
metà fra la partita di sabato e quella di domenica:
un po' più debole della squadra vista in campo
contro il Turro, un po' più forte di quella che ha rimediato quattro reti
dall'Arcobaleno.
Voto alla squadra 8
Matteo : ormai una certezza. Ha
acquisito sicurezza e determinazione.
Esce senza paura e richiama
la difesa ai suoi compiti. Nella partita di ieri salva il risultato in diverse
occasioni ed evita una goleada ai danni dell'Aurora.
L'area di rigore comincia ad
avere un direttore d'orchestra.
Giovanni I: o meglio l'ultimo uomo.
Disciplinato e attento al compito che gli viene assegnato; coraggio, grinta e
generosità non mancano.
Spazza via i palloni di
piede e quando non ci arriva usa anche una certa dose di fisicità, comunque sempre corretto. Con lui
si è sicuri che qualcuno al di qua della linea di centrocampo vigila.
Leonardo: l'altro indispensabile
centrale, pulito negli interventi, autore di straordinari recuperi. Nella
partita di ieri il "gol" più bello lo segna lui: salvataggio sulla
linea di un tiro a botta sicura dell'Arcobaleno. Potrebbe segnare anche su
punizione, ma il portiere avversario gli dice no. Leo ha scoperto di avere una
gran "castagna", come si dice, e comincia ad usarla.
Giovanni II: l'elastico nei piedi.
Tira, recupera, detta passaggi, quando gli riesce segna. Non ci sono zone del
campo che non frequenta, difende e attacca, difficilmente molla. Ieri al primo
minuto ha avuto sui piedi il pallone del 1-0, finito alto sulla traversa:
forse, chissà, la partita avrebbe potuto prendere un'altra piega.
Luca: un motorino a centrocampo.
Cattura un'infinità di palloni e ne fa sempre buon uso, i suoi tiri dalla
fascia destra sono pericolosi e se c'è da buttarsi nella mischia non si tira
indietro.
Un centrocampista tosto, di
quelli che contribuiscono al risultato della partita
: ogni pallone rubato agli
avversari è un'occasione in più da gol.
Andrea: il
francese. E'
entrato da poco nella squadra ma ha già trovato una sua collocazione. Parte
quasi sempre dalla panchina ma si fa trovare pronto, tocca la palla sia di
piede che di testa e quando c'è da intervenire non se lo fa dire due volte: ha
capito che il calcio è sport di squadra e che i palloni non vanno buttati via
ma passati a chi veste la tua stessa casacca.
Lorenzo: un'ala destra di quantità.
E' impressionante il gran numero di palloni che gioca, i suoi cross dal fondo
sono una manna per gli attaccanti. Quando ne ha l'occasione tira anche in porta
e segna.
Per un'ala non è poco,
chiedetelo agli allenatori di professione.
Poi c'è il carattere tosto:
da venderne. E questo in un giocatore è importante tanto quanto la tecnica
individuale.
Edoardo: il nostro
capocacannoniere. Corre, si sacrifica, gioca nel cuore dell'a rea avversaria o
parte anche da più lontano, preferibilmente dalla fascia sinistra. Ha segnato
dei bellissimi gol in questa prima parte della stagione e tutto f a pensare che
ne segnerà di altrettanto belli nella seconda. Sicuramente è uno d i quegli
attaccanti che non aspetta il pallone buono da buttare in rete ma se lo va a conquistare dove il gioco si fa duro.
Giacomo: una seconda punta o uomo
d'area. Anche lui entrato quest'anno, non si lamenta di partire spesso dalla
panchina ma si fa trovare pronto quando l'allenatore lo manda in campo. Spesso
decisivo nei batti e ribatti che si creano nell'area avversaria, recupera palloni
e contribuisce a spingerli dalla parte giusta, cioè: nella porta avversaria.
Andrea II: un cappellino nel cuore
dell'area da rigore. Contribuisce a tenere alta la nostra squadra. Punto di
riferimento per i rilanci di Matteo, toglie sempre un giocatore avversario dal
cuore del gioco e lo costringe alla difesa: giocare contro un uomo in meno non
è cosa da buttare via.
Francesco:smette di correre quando
finisce il campo. Veloce, reattivo nello scatto, ha dimostrato di poter essere
impiegato in quasi tutte le zone del rettangolo di gioco. Anche lui
disciplinato e attento, risponde positivamente ai suggerimenti dell'allenatore
e "rinunciando" al suo spirito di attaccante sa adattarsi bene alla
"nobile arte" del difensore.
Tommaso: il calcio nelle vene. In famiglia,
probabilmente, fanno colazione con latte e pallone; i commenti a riguardo dei
due fratellini non mancano come ai tempi dei due Mazzola o dei due Baresi
(Franco e Giuseppe), meglio Alessandro o Tommaso? Noi dei pulcini ci teniamo
stretto il fratello minore che è sempre un piacere veder giocare. Sarà per
l'altezza, ma osservare questa macchia blu che corre per il campo è proprio un bel divertimento. E
poi come diceva la canzone?..."Un
giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia..."
L'allenatore: l'uomo giusto
al posto giusto. Ha preso in mano la squadra e le ha dato una forma. Non solo, ne ha fatto un
gruppo di amici che si divertono a giocare insieme, cercano di rispettarsi e
hanno capito che se si gioca in sette un motivo ci sarà: altrimenti c'è sempre
il tennis.
Gli uomini di panchina:
morire se li ho sentiti una volta gridare in malo modo qualcosa ai ragazzi.
Hanno contribuito a dare vita a un clima sereno e giocoso. Sanno di avere a che
fare con dei bambini e questo per degli adulti non è poco.
La nostra dirigente: Moggi è
un'altra cosa. Avere una mamma che svolge questo compito non può fare altro che
piacere: il clima si stempera, i rapporti sono più semplici, l'atmosfera , in
generale, ne guadagna.
Gruppo genitori: tra noi e
gli ultras un abisso: meglio noi
Sereno Natale a tutti(la
redazione chiude per ferie) Gianluca
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